domenica 16 giugno 2013

TEMPO DI VACANZE

Domani sarà l'ultimo giorno di scuola, un altro anno che se ne va e altri ricordi da aggiungere...




Con queste righe vorrei ringraziare la II A dove insegno Inglese, siete stati grandi ragazzi! Abbiamo fatto un lavoro fantastico insieme e sono orgogliosa di tutti voi! Grazie per l'affetto e la simpatia con cui mi avete accolta e seguita per tutto il periodo.



Un grazie fortissimo va ai miei 28, è così che vi chiamo: grande squadra, famiglia allargata, la mia seconda casa.



Grazie per il vostro straordinario affetto, gli abbracci, i disegni all'inizio, le lettere dopo, con cui mi avete sempre fatto sorridere anche in qualche mia giornata buia. Perdonatemi se non mi sono affezionata a voi all'istante, mi ci è voluto un po'...ero ancora fortemente presa dai miei ex-ragazzi di V. All'inizio ero ancora ferma al pensiero per loro che se ne erano andati alle Medie. Come una innamorata dopo un abbandono d'amore che non vede nessun' altra persona, non ho colto subito il vostro affetto, i vostri sorrisi. Ma col tempo mi siete entrati nel cuore e ora siete "impastati" con me, non potrei fare a meno di voi.



Grazie per avermi seguito in tutte le lettere dell'alfabeto, su e giù nelle righe del libro, nei dettati di prima mattina, nelle canzoncine di inglese, nei giovedì di Arte a ritmo di musica soft, nella coreografia colorata del nostro balletto e nelle mie storie a puntate. Vi voglio un gran bene, ma questa, lo so, non è una novità per voi!



Grazie a Giulia, dolcissima collega, che farebbe sfigurare anche Biancaneve per la sua delicatezza d'animo e la bontà. Grazie per aver collaborato in tutte le attività, apportando sempre idee originali e azzeccate.



Grazie a Silvia, al suo sguardo allenato nel cogliere particolari importanti di ogni nostro alunno, ma non solo...grazie anche per il sole che hai sempre portato in classe.



Un grazie particolare va a Raffaela, la mia collega "a quadretti". Avevamo 20 anni quando ci siamo conosciute all'Università. Amiche di scuola, poi di vita, ora anche di lavoro. Stare con te, in questa classe è stata una bella avventura, sei la conferma di quello che ho sempre pensato di te: una bella persona, un regalo che la vita mi ha donato. Grazie per i tuoi preziosi consigli, per l' umanità e disponibilità che hai con tutti e anche per il tuo...irresistibile humor.



Infine, ma non per ultimo, grazie alle famiglie dei nostri alunni, per la loro collaborazione, per essere stati in questi mesi al nostro fianco, circondandoci di stima e fiducia.



BUONA ESTATE A TUTTI VOI, CI VEDIAMO A SETTEMBRE!



Alessandra Montali







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sabato 15 giugno 2013

ASPETTANDO LEI...






I quattro rintocchi profondi e metallici dell'orologio della Piazza mi svegliano dal riposino pomeridiano. Mi allungo sul divano stiracchiandomi lentamente.

Sorrido di piacere al pensiero che tra poco meno di mezz'ora lei sarà qui e staremo insieme per tutto il resto del giorno. Quest'idea mi rallegra, mi sento leggero e felice come una nuvola di primavera che danza nella limpidezza del cielo. Mi alzo e dopo essermi ancora stiracchiato, vado in cucina a mangiare qualcosa. L'ultima qualità di biscotti che lei ha comprato mi piacciono davvero tanto.

"Uhm." croccanti e dolci, i miei preferiti: deliziosi...come lei.

Questo è il momento del pomeriggio che io adoro in modo particolare. Sono in attesa del mio amore, della mia donna e non vedo l'ora di udire quel leggero tonfo del portone che mi avverte che lei sta arrivando. Poi so che tenderò le orecchie per captare i suoi passi muoversi sugli scalini e dal rumore riescirò a capire se indossa scarpe da ginnastica o i tacchi alti. Per me è sempre bella, certo, devo ammettere che quando la vedo camminare con i tacchi a spillo, mi fa un certo effetto.

Chiudo gli occhi e mi invento a memoria la scia del profumo che le scopro addosso ogni mattina, quando mi bacia prima di uscire di corsa dalla nostra casa. Mi fa pensare alla sua pelle, così morbida e perfetta, così profumata anche quando non si spruzza l'acqua di colonia. A volte mi dico che è lei che dà fraganza al profumo e non viceversa.

Mancano pochi minuti ancora e poi potrò godere della sua presenza, ci metteremo sul divano e l' ascolterò mentre mi travolgerà con un fiume di parole per raccontarmi, tra una coccola e un bacio, le ore passate lontano da me. E io la guarderò con gli occhi che non hanno altro da guardare se non lei.

Lei non è la mia prima donna, prima ce n'è stata un'altra, ma per un breve periodo e comunque il sentimento che provo per lei ha fatto sparire l'altra, dall'ombra dei miei ricordi.

E' bella l'attesa, quando so che l'attesa è lei, potrei aspettarla anche per tutta la vita. Avrei tutto il tempo per lei, è lei il mio tempo e avrò sempre amore per lei, è lei l'amore.

Finalmente sento il piccolo tonfo in fondo alle scale, sta arrivando e farà anche in fretta: la suola di gomma delle scarpe cigola sulle scale. Il mio cuore guizza di festosa felicità. Attendo la chiave che s'infila nella serratura, ecco lo scrocco e finalmente...lei.

"Ciao, amore!" mi grida con dolcezza . Io non resisto e le salto intorno fino a che lei non mi prende in braccio e mi sbaciucchia il musino e mi stropiccia tutto, a voltre mi lascia anche tracce di rossetto fuxia un po' dappertutto. Ma glielo lascio fare, è da tanto tempo che aspetto il suo ritorno.

"Charlie, tu sei il barboncino più adorabile del mondo." la sento dire e il cuore mi si scioglie come ghiaccio al sole.

"Anche tu sei la padrona più cara del mondo e io ti voglio un gran bene." le vorrei dire a parole...ma sono certo che lei già lo sa. E con dolcezza mi accoccolo sulle sue ginocchia.

AL CASTELLO DEL CASSERO TRA POESIE E RACCONTI

RACCONTO A MI MADRE - brano scritto in dialetto

RACCONTO A MI MADRE




Te nn te poi immaginà ieri che è successo dentro casa mia!

Mi fiola, che sembrava tanto selvatiga, nun m'ha fatto conosce quel fiolo che ce sgappa insieme?

Manco cel sapevo che c'aceva el ragazzo. Ma c'ha solo quattordicianni, io all'età sua ancò giogavo con le bambule e purtavo i calzettò fino al ginocchio, te ricordi sci, mamma. E chi ce pensava ai maschi quella volta! Eppoi mamma, già me immagino le palettate che m'avresti dato ntela testa.

Quando ho visto sto fiolo vicino a lia ho penzato fosse n'amico e invece lia cu fa? Carina carina mel presenta come Nicolò e me dice che è il ragazzo sua.

Per poco non m' ha piato un colpo secco secco, ma poi ho fatto bocca da ride e me so presentada.

Quando jo' stretto la mano ho penzato:"Giù le mani da mi fiola!"

Lu guardava lia e lia guardava lu, me facevane tenerezza tutti do, tanto bellini, me parea d'esse rtornata na fiola pur'io.

Jo' guardato bè e te devo dì che è proprio un bel fiolo, vestito bè, non come quei fioli de adè coi pantaloni bassi che je se vede pure le chiape del sedere. C'ha du occhi scuri grandi e un sorriso che sembra n'angiuleto, po' è educato un bel po', gentile, magari lia diventa un po' meno selvatiga inzieme a lu. Visto mai!?

Dopo magnado se so messi a fà i compiti de matematiga, sci oh, nun te l'ho detto ancò, vanne a scola insieme sti due, fanne la terza media e so cumpagni de banco.



BRANO IN DIALETTO



LA DONNA E IL VENTO breve racconto tratto dal corso di scrittura creativa

LA DONNA E IL VENTO


di Alessandra Montali



Una donna è seduta fuori del bar della piazza. Di tanto in tanto folate di vento le muovono le frange della lunga sciarpa di lana. E' Gennaio, è freddo, ma lei sembra non curarsene: in mano solo la tazza di un cappuccino nemmeno più tanto caldo. Lo sorseggia senza fretta, lo sguardo verso il mare che ruggendo, sputa le onde sulla banchisa del porto. In lontananza, l'eco malinconico di una nave che segue il suo faro, riempe l'aria. La piazza è vuota nella sua immensità, solo il bar ha la parvenza di vivo e con le luci dell' insegna allungano sull'asfalto la figura della donna.

Tra poco sarà l'alba e la città si sveglierà lentamente nella luce dei colori. La donna si alza, lascia le monete nel piattino della tazza e inizia ad attraversare la piazza. Il barista le getta un'occhiata al di là dei vetri, la vede allontanarsi senza fretta . All'improvviso la donna si volta e rimane ferma a fissarlo per un istante che a lui pare una vita e avverte il calore infiammargli le guance. Lo incuriosisce quella strana donna che compare ogni volta che in città soffia il vento. Non sa nulla di lei, anche il viso non saprebbe riconoscerlo, non le ha mai visto i lineamenti alla luce diretta. Arriva al bar, si siede fuori e aspetta che lui vada a prenderle l'ordine, ma è ancora buio...Solo la voce saprebbe ricordare: dolce, giovane, ma stanca. Ora si accorge che il vento le sta scompigliando i capelli lunghi e a tratti le si confondono con il movimento delle frange della sciarpa. Poi la distanza non gli permette più di vederla, è solo un puntino più scuro in quella piazza così grande e così vuota.

La donna costeggia il marciapiedi e alla prima panchina si ferma. Non ha più voglia di camminare, apre la borsa e controlla le piccole buste bianche sulle quali sono stati scritti alcuni nomi: Isabella, Matilde, Patrizia: le amiche di una vita. Passa l'indice sui loro nomi...scrolla la testa, lei già sa che loro non capiranno. Non può andarsene senza prima aver scritto loro qualcosa, le è sempre piaciuto essere corretta e sincera e poi vuole lasciare un buon ricordo di sè. L'alba sta sorgendo come ogni giorno, come sempre e la città torna viva, le luci sulla collina occhieggiano fino a spegnersi.

Non ha più motivo di restare, non più, non vuole più, ma ha tentato, lei solo sa quanto ha provato. Si toglie la sciarpa e la ripiega con cura per chiuderla nella borsa, è così bella con quei fili d'oro intrecciati nella lana marrone, perchè portarla con sè, dove non le servirà? Allontana la borsa da sè e la lascia sulla panchina.

Si alza in piedi e si avvicina ad un passo dalla fine del marciapiede. Un forte odore di mare arrabbiato e vento le arriva fino in bocca. Ha sempre avuto paura dell'acqua per questo non ha mai voluto imparare a nuotare, ma ora non sente più paura, c'è il vento con lei che le tiene la mano. Solo il vento le è rimasto di lui, il vento è lui che è ritornato a riprendere lei in uno slancio infinito d'amore. Solo così potranno essere di nuovo insieme, di nuovo felici, di nuovo...lei era esistita in tutti quegli anni, ma senza vivere, uno stillicidio di giorni uguali e diversi aspettando che il tempo tramutasse il dolore, o anche lo facesse diminuire. Si sarebbe accontentata anche di un solo giorno senza dolore, un misero piccolo giorno nella ruota infinita del tempo, solo ventiquattro ore per risentire la vita e ritornare a respirare la luce...

Le onde lucidano il marciapiede e gli schizzi la inzuppano, sono alte, piene di schiuma, ma non sono fredde, ha troppo gelo dentro per avvertire quello del mare di Gennaio. Volta le spalle al mare, un ultimo sguardo alla piazza che sta per essere baciata dal sole. Porge la mano al vento e si lascia cadere.

Finalmente ora sarà felice.



Corso di scrittura creativa 13 maggio 2013

IL TESORO DEL PARCO - un racconto in uno dei luoghi più belli della natura...Parco Sigurtà a Valleggio sul Mincio