sabato 15 giugno 2013

LA DONNA E IL VENTO breve racconto tratto dal corso di scrittura creativa

LA DONNA E IL VENTO


di Alessandra Montali



Una donna è seduta fuori del bar della piazza. Di tanto in tanto folate di vento le muovono le frange della lunga sciarpa di lana. E' Gennaio, è freddo, ma lei sembra non curarsene: in mano solo la tazza di un cappuccino nemmeno più tanto caldo. Lo sorseggia senza fretta, lo sguardo verso il mare che ruggendo, sputa le onde sulla banchisa del porto. In lontananza, l'eco malinconico di una nave che segue il suo faro, riempe l'aria. La piazza è vuota nella sua immensità, solo il bar ha la parvenza di vivo e con le luci dell' insegna allungano sull'asfalto la figura della donna.

Tra poco sarà l'alba e la città si sveglierà lentamente nella luce dei colori. La donna si alza, lascia le monete nel piattino della tazza e inizia ad attraversare la piazza. Il barista le getta un'occhiata al di là dei vetri, la vede allontanarsi senza fretta . All'improvviso la donna si volta e rimane ferma a fissarlo per un istante che a lui pare una vita e avverte il calore infiammargli le guance. Lo incuriosisce quella strana donna che compare ogni volta che in città soffia il vento. Non sa nulla di lei, anche il viso non saprebbe riconoscerlo, non le ha mai visto i lineamenti alla luce diretta. Arriva al bar, si siede fuori e aspetta che lui vada a prenderle l'ordine, ma è ancora buio...Solo la voce saprebbe ricordare: dolce, giovane, ma stanca. Ora si accorge che il vento le sta scompigliando i capelli lunghi e a tratti le si confondono con il movimento delle frange della sciarpa. Poi la distanza non gli permette più di vederla, è solo un puntino più scuro in quella piazza così grande e così vuota.

La donna costeggia il marciapiedi e alla prima panchina si ferma. Non ha più voglia di camminare, apre la borsa e controlla le piccole buste bianche sulle quali sono stati scritti alcuni nomi: Isabella, Matilde, Patrizia: le amiche di una vita. Passa l'indice sui loro nomi...scrolla la testa, lei già sa che loro non capiranno. Non può andarsene senza prima aver scritto loro qualcosa, le è sempre piaciuto essere corretta e sincera e poi vuole lasciare un buon ricordo di sè. L'alba sta sorgendo come ogni giorno, come sempre e la città torna viva, le luci sulla collina occhieggiano fino a spegnersi.

Non ha più motivo di restare, non più, non vuole più, ma ha tentato, lei solo sa quanto ha provato. Si toglie la sciarpa e la ripiega con cura per chiuderla nella borsa, è così bella con quei fili d'oro intrecciati nella lana marrone, perchè portarla con sè, dove non le servirà? Allontana la borsa da sè e la lascia sulla panchina.

Si alza in piedi e si avvicina ad un passo dalla fine del marciapiede. Un forte odore di mare arrabbiato e vento le arriva fino in bocca. Ha sempre avuto paura dell'acqua per questo non ha mai voluto imparare a nuotare, ma ora non sente più paura, c'è il vento con lei che le tiene la mano. Solo il vento le è rimasto di lui, il vento è lui che è ritornato a riprendere lei in uno slancio infinito d'amore. Solo così potranno essere di nuovo insieme, di nuovo felici, di nuovo...lei era esistita in tutti quegli anni, ma senza vivere, uno stillicidio di giorni uguali e diversi aspettando che il tempo tramutasse il dolore, o anche lo facesse diminuire. Si sarebbe accontentata anche di un solo giorno senza dolore, un misero piccolo giorno nella ruota infinita del tempo, solo ventiquattro ore per risentire la vita e ritornare a respirare la luce...

Le onde lucidano il marciapiede e gli schizzi la inzuppano, sono alte, piene di schiuma, ma non sono fredde, ha troppo gelo dentro per avvertire quello del mare di Gennaio. Volta le spalle al mare, un ultimo sguardo alla piazza che sta per essere baciata dal sole. Porge la mano al vento e si lascia cadere.

Finalmente ora sarà felice.



Corso di scrittura creativa 13 maggio 2013

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